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DIAMANTE
Diamante, definita “la perla del Tirreno” dalla scrittrice Matilde Serao, è una dei comuni più belli della costa cosentina.
Nei vicoli del centro storico si può ammirare un fantastico museo all’aperto che racconta la storia di Diamante attraverso i suoi bellissimi murales, nati dall’idea del pittore Nani Razzetti con la finalità di rivitalizzare il centro storico della cittadina.
Da un antico borgo di pescatori, Diamante è divenuta sempre più centro urbano dedito al turismo, conservando sempre il suo antico fascino. Le case del centro storico, sono tutte adagiate su un promontorio a picco sul mare, e si presentano ancora oggi in tutta la loro elegante semplicità; le casette bianche dei pescatori, divise solo dagli stretti vicoli che si diramano, conducono sempre in punti panoramici mozzafiato.
Ogni vicolo racconta una storia e in ogni murales della stessa via è raccontato un pezzetto di quella storia, la storia di Diamante.
ISOLA DI CIRELLA
L’Isola di Cirella è visibile da ogni terrazza panoramica del paese Diamante, oltre che dalle spiagge che fiancheggiano il lungomare. L’isola è coperta da una rigogliosa macchia mediterranea sulla cui sommità ci sono i ruderi di una torre costiera, la torre dell’Isola di Cirella usata per l’avvistamento delle incursioni piratesche.
Tutto il perimetro dell’isola è caratterizzato da grotte, piccole insenature e scogliere sommerse che fanno la felicità dei turisti amanti delle immersioni in mare, mentre i fondali intorno all’isola nascondono ancora reperti archeologici di epoca greco-romana.
ARCO MAGNO
Lungo la Riviera dei Cedri in Calabria, c’è un posto dove le rocce creano uno spettacolo mozzafiato da vedere almeno una volta nella vita. La spiaggia dell’Arcomagno di San Nicola Arcella, un piccolo tesoro custodito sulla costa tirrenica, è senza alcun dubbio una delle spiagge più belle della Calabria.
Per arrivare alla spiaggetta, che deve il suo nome all’imponente arco in pietra che delimita l’accesso al mare, bisogna percorrere un sentiero che attraversa un paesaggio selvaggio, di rocce scoscese.
Nota anche come la spiaggia di Enea, è una vera e propria piccola laguna della lunghezza di circa 25 metri con la spiaggia composta da piccoli ciottoli e ghiaia e il mare pulito e cristallino.
Proprio di fianco all’insenatura c’è la Grotta del Saraceno, una cavità naturale caratterizzata da una sorgente di acqua dolce al suo interno, che fu un punto di attracco dei Saraceni diretti in Italia e da ciò la sua denominazione.
Il sentiero che porta alla spiaggetta scavato nella roccia, percorrerlo lascia ammaliati dal panorama stupendo: vedere la costa e tutta la Riviera dei Cedri e il profilo della stupenda Isola di Dino lascia davvero senza parole.
ISOLA DI DINO
L’ isola di Dino si trova di fronte alla città di Praia a Mare ed è un gioiello del Tirreno lungo la Riviera dei Cedri, una montagna di roccia che emerge dal mare fino a 100 metri di altezza e che nasconde grotte suggestive e un sentiero emozionante.
Il nome dell’isola deriva dal passato greco di queste terre. Dino arriva infatti dal termine greco ‘dina’, che significa tempesta. Il motivo è semplice: quando il mare è impetuoso, gli scogli dell’isola sono battuti con forza dalle onde. La vista dell’isola immersa nelle acque del Tirreno è impagabile, e non a caso c’è anche chi fa risalire il significato del nome all’essenza stessa della bellezza: qui ci sarebbe stato un tempio (aedina) costruito dai naviganti in onore di Venere.
L’Isola di Dino nella Riviera dei Cedri, nel passato è stata teatro di numerose battaglie. Dalla sommità si potevano avvistare le navi dei pirati, così come dimostra la torre per gli avvistamenti, di origine normanna, costruita sul frontone. E in tempi più recenti è stata anche la meta di sogni di vacanze di lusso. Decine e decine di anni fa, la famiglia Agnelli per 50 milioni di lire tentò l’acquisto dell’isola per farne un resort per vacanze di lusso in Calabria: di quel progetto finito in nulla oggi restano dei trulli, un ristorante e una strada di 1.700 metri che collega il pontile di attracco con la parte alta dell’isola.
L’isola è raggiungibile in barca che da Praia a Mare attracca su un piccolo molo direttamente sull’isola, l’unico punto possibile per un attracco sicuro, visto che l’intera costa è di pareti di rocce a picco sul mare.
Sull’Isola si possono esplorare e ammirare i 50 ettari di vegetazione e scogliere che la compongono. Accompagnati dalle guide si esplora l’isola, arrivando alla torre all’estrema punta a ovest per scoprire la stele dedicata alla Madonna della Grotta sul punto più alto dell’isola, dove c’è un grazioso belvedere. Da non perdere sono le numerose grotte marine che si aprono tra le rocce da visitare con le escursioni in barca. Tra queste le più famose sono la Grotta Azzurra, per l’intenso colore celeste dell’acqua al suo interno, la Grotte delle Cascate e la Grotta del Leone.
Sotto la punta occidentale dell’Isola di Dino denominata il Frontone, si trova la grotta sommersa chiamata “Grotta Gargiulo” meta subacquea più nota ed importante dell’intero tratto della costa calabrese, la più bella e spettacolare, ma che viene consigliata soltanto a subacquei molto esperti.
Nei fondali dell’isola di Dino è stata localizzata una foresta di Paramuricee, che ospita inoltre una notevole varietà di vita, molto rara, con un’insolita colorazione che passa dal colore rosso a quello giallo. Le colonie di Gorgonie arrivano fino a oltre un metro di altezza.
MUSEO DEL CEDRO
Diamante, definita “la perla del Tirreno” dalla scrittrice Matilde Serao, è una dei comuni più belli della costa cosentina.
Nei vicoli del centro storico si può ammirare un fantastico museo all’aperto che racconta la storia di Diamante attraverso i suoi bellissimi murales, nati dall’idea del pittore Nani Razzetti con la finalità di rivitalizzare il centro storico della cittadina.
Da un antico borgo di pescatori, Diamante è divenuta sempre più centro urbano dedito al turismo, conservando sempre il suo antico fascino. Le case del centro storico, sono tutte adagiate su un promontorio a picco sul mare, e si presentano ancora oggi in tutta la loro elegante semplicità; le casette bianche dei pescatori, divise solo dagli stretti vicoli che si diramano, conducono sempre in punti panoramici mozzafiato.
Ogni vicolo racconta una storia e in ogni murales della stessa via è raccontato un pezzetto di quella storia, la storia di Diamante.
CIRELLA
Cirella, anticamente Cerillae, era un importante porto a tempi della Magna Grecia e di Roma e per questo il territorio è ricco di testimonianze archeologiche e soprattutto l’antico borgo che fu distrutto dalla flotta napoleonica nel 1806.
Le rovine del borgo medievale si stagliano sulla sommità di un promontorio che domina il mare e l’antistante Isola di Cirella, al centro della quale si conserva una torre di avvistamento posta a guardia delle incursioni saracene.
I “ruderi” sono i resti dell’antica città abbandonati all’incuria del tempo, interi colonnati di templi greci e romani sono stati completamente depredati e tanti affreschi cancellati dall’intemperie. Uno dei frammenti superstiti raffigura “La Madonna degli Angeli”, eseguita da un anonimo nel tardo Cinquecento e staccato alla fine degli anni settanta dall’ormai cadente muro per essere pazientemente restaurato a cura della Soprintendenza ed oggi esposto nella chiesa parrocchiale.
Poco distanze la zona dei ruderi si trova il convento dedicato a San Francesco costruito nel 1545 ed il moderno “Teatro dei Ruderi”, dove ogni estate vanno in scena importanti eventi teatrali, concerti musicali e spettacoli vari. Il Teatro ospita durante il mese di agosto anche il “Cirella antica festival” che abbraccia quasi tutto il periodo estivo.
A pochi passi dai ruderi di Cirella si trova il bellissimo “Teatro dei Ruderi”, un ampio teatro all’aperto che ogni estate ospita importanti eventi, concerti e spettacoli.
CETRARO
BORGO DI MARINAI E PESCATORI
Cetraro è posizionato su uno sperone roccioso che domina tutta la costa, da cui ammirare panorami bellissimi. Il paese ha origini antichissime e prende il nome dalla coltivazione dei cedri praticata in tutte le campagne che lo circondano. Città di antiche tradizioni marinare, il centro storico è custode di molti monumenti che ne raccontano il passato: la Piazza del Popolo con la Fontana del Nettuno risalente alla fine del 1800 e il Palazzo del Trono del 1492, la Chiesa di S. Maria delle Grazie, accanto il Convento, e la Chiesa dei Cappuccini. In fondo al Corso invece la Chiesa Matrice e l’antico Campanile risalente al 1500. Lungo Via Regina Elena si arriva al quartiere più antico del paese, abitato già dal 600 da marinai e pescatori, dove venivano costruite imbarcazioni e arnesi per la Regia Marina Napoletana.
La parte ancora più suggestiva è la Scogliera dei Rizzi, dove fa da padrone lo scoglio detto ‘Testa del leone’ proprio per la sua forma. La sagoma risalta subito e nella roccia pare proprio di vedere una testa di leone scolpita. Sulla scogliera, una delle torri costruita nel XVI secolo per difendere dalle incursioni turche il Regno di Napoli, la Torre di Rienzo. Tutta la costa è un alternarsi di spiaggette e scogli, tra cui la Grotta di Rizzo e la Grotta delle Tre Colonne
TERME LUIGIANE
Le Terme Luigiane sono la più antica e conosciuta stazione di cura della Calabria. A metà strada tra i comuni di Guardia Piemontese e Acquappesa, sorgono nell’ampia vallata del fiume Bagni, ricchissima di boschi ma distante soltanto poco più di un chilometro dal mare. La fama del potere curativo delle acque sulfuree di Guardia si perde nei secoli: furono citate persino da Plinio il Vecchio ma il primo documento che testimonia l’uso terapeutico di queste acque si ebbe nel 1446 con una lettera firmata di San Francesco da Paola.
Nel Medioevo erano note come aquae calidae tempsae o aquae putidae, più tardi con il nome di fons calidus. Si dovette attendere l’Ottocento, e in particolare gli studi scientifici del medico napoletano Giovanni Pagano (che ne cambiò il nome in Terme Luigiane in omaggio al principe Luigi Carlo di Borbone), perché venissero descritte le proprietà e il relativo utilizzo terapeutico di queste acque ipertermali solfureo-salso-bromoiodiche che, fino ad oggi, hanno il più elevato grado solfidrometrico d’Italia.
Il simbolo delle terme è Il Dito del Diavolo, una rupe dalla quale nascono le sorgenti termali, a 300 metri dal livello del mare. Non meno conosciuto lo Scoglio della Regina, simile ad un faraglione, famoso per la leggenda secondo la quale la Regina Isabella di Francia diventò fertile dopo essersi immersa nelle acque delle terme.
Sgorgano da due sorgenti fredde, la Galleria fredda e la Ferrata, con una temperatura dai 156 ai 20 gradi, e da tre sorgenti calde, la Caronte, la Minosse e la Galleria Calda, con temperature dai 42 ai 47 gradi. lo zolfo si mischia alle alghe bianche e ai depositi fangosi, creando così i fanghi termovegetali, terapeutici ma anche utilizzati in cosmesi e ionoforesi.
Le acque delle Terme vengono particolarmente impiegate nella cura di malattie ginecologiche e della pelle, manche per i trattamenti di patologie respiratorie, otorinolaringoiatriche, reumatologiche e delle artrosi.
Le Terme Luigiane vengono consigliate per la prevenzione e la cura delle patologie delle vie respiratorie soprattutto in età pediatrica, grazie alla presenza di un apposito reparto creato per i bambini.
Ma a visitare le Terme sono anche molti turisti che vogliono semplicemente rilassarsi godendo dei benefici di queste acque e utilizzare il moderno e nuovo centro benessere per delle giornate di riposo e benessere assoluto
PARCO NAZIONALE DEL POLLINO
Il Parco Nazionale del Pollino, la zona protetta più grande in Italia con i suoi 192 mila ettari, è una catena montuosa che si estende tra la Calabria e la Basilicata, con vette altissime coperte di neve per molti mesi dell’anno, da dove è possibile ammirare anche le coste tirreniche e ioniche. E’ diviso in vallate, la Valle del Mercure, la Valle del Frido, la Valle del Sarmento, la Valle del Sinni, la Valle del Raganello e la Valle del Coscile, ed ognuna offre paesaggi incantevoli che variano in base all’altitudine.
Per gli amanti del trekking e le escursioni, l’alpinismo e il rafting, o semplicemente per chi ama stare a contatto con la natura in luoghi silenziosi è il posto ideale, per esplorare e godere delle bellezze naturali e fare passeggiate lungo i sentieri che conducono ai Piani del Pollino, alle Gole del Raganello, alle vette del Docedorme, alla Serra di Crispo.
Da scoprire anche i piccoli comuni abitati per lo più da pastori e contadini, artigiani e minoranze etniche albanesi che continuano a portare avanti tradizioni, usanze e costumi.
Da gustare i prodotti tipici del luogo, il peperone di Senise, la melanzana rossa di Rotonda, miele, marmellate, salumi e formaggi prodotti direttamente da animali cresciuti allo stato brado
Santuario di S. Francesco di Paola
A Paola, piccola cittadina a poco più di 20 km dalla nostra struttura e meta del turismo religioso in Calabria, sorge il magnifico Santuario di S. Francesco, il quale si impone sulla scena artistica e culturale non soltanto della città di Paola e della regione Calabria ma del mondo intero per l’enorme patrimonio artistico in esso custodito.
Il Santuario si trova nella parte alta e collinare della cittadina di Paola, che tra l’altro è la città natale di San Francesco, in un posto incantevole, in mezzo a floridi campi che furono proprietà del Santo, ai piedi di una montagna e di fronte al mare. Il Santuario rappresenta una delicata quanto affascinante miscela tra architettura rinascimentale e barocca, infatti, sulla facciata che dà alla piazza si possono distinguere entrambi gli stili, rinascimentale in basso e barocco in alto. Custodisce parte delle spoglie del Santo (le restanti si trovano a Tours in Francia), un dente molare che il frate aveva lasciato alla sorella Brigida prima di partire per la Francia, un paio di sandali, il mantello col quale ha attraversato lo stretto di Messina, un cappuccio, le calze, la corona del Rosario, ma soprattutto il busto d’argento che rappresenta il Santo.
Appena fuori dal Santuario, sulla sinistra è possibile percorrere la Via dei Miracoli, un itinerario nei luoghi che hanno visto protagonista il Santo: la Fornace, dove il frate fece risorgere dalle fiamme il proprio agnello Martino; la Fonte della Cucchiarella, una sorgente miracolosa che da secoli mantiene sempre lo stesso livello; il Ponte del Diavolo, dove il Santo si trovò a lottare con il Diavolo; e il Macigno Pendulo, bloccato in bilico da San Francesco mentre stava precipitando pericolosamente su un gruppo di operai.